sabato 23 marzo 2024

La lieta convivenza

Contrasto in ottava rima tra un uomo ed un uccello

1.
Oh rondine che annunci Primavera!
Svernasti in chissà qual remoto lido,
qui nell’udirti cinguettar sì fiera
m’assale un dubbio strano e ci sorrido;
or dunque tu rispondimi sincera,
ma come fai a ritrovare il nido?
Senz’una mappa e un piccolo cervello,
tra tanti nidi, torni sempre in quello!

2.
Da sempre l’uomo ha invidia dell’uccello
e si domanda, con suo gran tormento,
come si possa, in mezzo a quel macello,
volar con tanta grazia e orientamento;
tra mucchi di rifiuti nel ruscello
e strade trafficate di cemento!
Rispetta la tua terra, te ne prego,
magari un giorno, come fo, ti spiego!

3.
Del senno d’un beccuto me ne frego,
so già come volar molto più in alto,
ci vuole spazio a contener quest’ego
e lunghe piste di catrame e asfalto;
per fare un razzo, molto tempo impiego
e, per un breve volo, faccio un salto!
Non m’han dotato d’ali sul groppone
ma con la testa, reggo il paragone!

4.
Su ciò, di dubitar, non v’è ragione,
ammirano, i piccioni e le colombe,
il genio sopra ad ogni tua invenzione,
dagli aquiloni a intelligenti bombe!
Ma se vogliam trattar di migrazione,
la tua categoria, ahimè, soccombe!
Noi non abbiam permessi di soggiorno,
siam liberi, in andata ed in ritorno!

5.
Se non sei lesta a toglierti di torno,
appena s’apre il tempo della caccia
può darsi tu finisca dentr’un forno
e che a più d’un la cosa non dispiaccia;
tu avrai patate arrosto di contorno,
io boria d’un fucile tra le braccia
e come se un domani non ci fosse,
facciamo a chi le spara ognun più grosse!

6.
Un forno con ardenti fiamme rosse
tra un po’ diventerà tutto il pianeta
se séguiti a sbagliar tutte le mosse
e tutto consumar senz’una meta;
tu sprechi l’acqua, inquini fiumi e fosse
ma quando finirà, chi ti disseta?
Ti toccherà migrare, chissà dove,
oppur pregare; un dì, magari, piove!

7.
Posso volar, se voglio, fino a Giove!
Pria di partire, lascia il mondo in pace!
Posso inventar, se voglio, cose nuove!
Un’arma che guarisce, sei capace?
La tua delicatezza mi commuove!
Porto rispetto, mica son rapace!
Finiamo questo inutile litigio,
la lieta convivenza è un bel prodigio!

giovedì 14 marzo 2024

Formalità

Stamani ho ricevuto una mail dalla banca di questo tenore:
"Sono lieto di informarLa che il Consiglio di Amministrazione di questa banca ha deliberato il trasferimento in Suo favore del patrimonio della socia defunta..."
Immediatamente, ho provato un gran fastidio nell'immaginare "lieto" l'autore di tale frase riguardante l'eredità della mia, ahimè, defunta moglie.
Una formalità. È solo una formalità, mi son detto.
Suppongo che lo stesso incipit venga utilizzato indifferentemente per annunziare l'ultima rata del mutuo come il pignoramento della tua casa.
È un banale copia-incolla. Lascia perdere, mi son detto.
Macché, alla fine non ho resistito dal rispondere, in maniera garbata, ma facendo notare l'indelicatezza. Suppongo che l'ufficio di segreteria abbia poi cestinato la mia mail, avendo ovviamente cose più importanti cui pensare.
Formalità.
Mi è venuta in mente una frase che avevo letto pochi giorni fa in un atto notarile del 1950 e sono andato a ricercarla:
"Il Signor... volendo soddisfare i suoi figli e dimostrare loro il suo affetto, intende donare loro il suo patrimonio..."
Considerando la natura formale del documento, mi sono domandato perché il notaio abbia voluto specificare l'intima motivazione del donante nel trasferire i suoi beni ai figli.
Nella mia quasi trentennale esperienza lavorativa, non m'è mai capitato che un notaio scrivesse frasi simili, che peraltro nulla incidono sugli effetti giuridici degli atti.
Certo è che i donatari di quell'atto del 1950, quando hanno potuto rileggere quella frase, non hanno provato alcun fastidio, anzi!
Tant'è. In fondo, anche in quel caso si trattava solo di una formalità.