domenica 10 ottobre 2021

Canto XIII e mezzo

Nel mezzo del cammin, che già v’ho detto,
mi ritrovai una porta in fondo a destra
che immaginavo fosse il gabinetto!

Dimenticando allor la via maestra,
già che della latrina aveo bisogno,
varcai la porta e dissi alla finestra:

«Virgilio, resta lì che mi vergogno!»
E quando i mutandoni ebbi calati,
d’un tratto mi trovai come in un sogno!

D’innanzi agli occhi miei, meravigliati,
apparve il loco dove m’ero immesso:
Il girone de’ paperi dannati!

Un tizio che aspettava sull’ingresso
mi fece un caro gesto di saluto,
compresi allor di non trovarmi al cesso!

Mi diede un caloroso benvenuto
e rivelò: «Il mio nome è Sabatino,
ti guiderò perché ti sei perduto!

Si cela, in questa bolgia, un bel cammino,
del Paradiso v’è la scorciatoia,
che sia, di ritrovarlo, il tuo destino?»

Il cuor mi si riempì d’immensa gioia
nel pregustar del ciel la via diretta
e di cercarlo mi pigliò la foia!

«D’andar lassù, non devi avere fretta!»
Mi disse con dei modi un po’ villani,
«Che prima, c’è da correr la staffetta!»

Un papero chiappò, tra quei più sani,
e me lo mise lì d’innanzi agli occhi,
mi disse: «Fallo correr, senza mani!»

Da dietro vidi giunger dei marmocchi,
«Chi siete voi?» gli domandai sorpreso
ed essi mi risposer: «Siam gli allocchi!»

Ognuno quel momento aveva atteso
per farsi dare i paperi più lesti
per questo, l’un dell’altro, il più conteso!

Dopo la tratta che ci fu, codesti
correvano per ogni direzione,
guidati dagli allocchi a buffi gesti!

Avevo ormai capito la ragione
di quella corsa e della sua cornice
e mi covava in cuore un’emozione!

Così dicevo: «Come son felice!
Anch’io voglio guidar uno di quelli
per correre nel cielo da Beatrice!»

Ma Sabatino urlò: «Cosa favelli?!
Per esser nominati come allocco,
la condizione è l’esser giovincelli!»

Così mi rispedì laggiù, di sotto,
di nuovo nell’Inferno, in quel mortorio,
col desiderio di beltà interrotto!

Virgilio disse poi, consolatorio
«Oh Dante, per andar ne’ Paradisi
bisogna pria passar dal Purgatorio…

Sennò c’è un’altra via: Balconevisi!»


40° Palio del Papero
Balconevisi, 10 ottobre 2021

domenica 2 maggio 2021

I varchi

Un tempo San Miniato era un castello
e in quanto tale aveva mura ed archi
e tutt'intorno c'era uno stradello
per impedire all'invasor gli sbarchi!
trascorsi sette secoli da quello
si parla di rimettere tre varchi:
Grifoni, San Martino e Mercatale
ma un si capisce se sia un bene o un male!

Sarà come tornare al medievale
quando alle porte v'eran sentinelle
e al forestiero privo di segnale
facevano pagare le gabelle!
Adesso siam nell'era digitale
e dicon si farà la Zetatièlle,
di guardia metteran le cineprese
e il trasgressor ne pagherà le spese!

Ormai non parlan d'altro, questo mese,
politici, consulte, cittadini,
associazioni, sindacati e imprese
e ognuno tira l'acqua a' su' mulini!
C'è solo un fatto che oramai è palese
e lo capiscon bene anche i bambini:
Ci si starebbe meglio tutti, credi,
se in San Miniato si girasse a piedi!

lunedì 5 aprile 2021

Esilio

1.
Nel corso d’una vita immaginaria
intesi far carriera da ministro
politico, di fronda proletaria
per la città che scrisse il mio registro;
l’onor di questa carica elitaria
m’è dolce come un suono d’organistro
vibrante, nel principio universale
che vuol la legge sia per tutti uguale.

2.
Ma quando, nella casa comunale,
mi ritrovai tra quelle schiere ingiuste
avvezze a barattare il bene e il male
di sottobanco con segrete buste,
della corrotta parte fui rivale
e sopportai il dolor di cento fruste
al che m’accorsi che, in cotal sistema,
non ero già un rimedio ma un problema.

3.
Così mi colse al cuore l’anatema
fatale al sogno mio di buon governo
e per fuggir dalla condanna estrema
scelsi la strada dell’esilio eterno;
m’incamminai, all’anima un patema,
lontano già dal suolo mio materno,
sovente mi voltai colà, dolente,
bramando di tornar e vidi niente.

4.
Del mio peregrinar tra luoghi e gente
avrei potuto scriver la tragedia
ma ritornando al tempo mio presente
riporto solo versi di commedia;
l’esilio che m’uccide lentamente
è un’ingiustizia che non si rimedia,
non v’è peggior castigo per l’umano
che trarne le radici, brano a brano.

5.
Durante questo sogno così strano
del tempo odierno parmi l’esemplare,
c’è un baraccone che procede piano
nel torbido cammino popolare;
non vale sia bandito il capitano
a far, la direzione sua, cambiare,
mai più varrà l’amor pel domicilio
a far la sofferenza dell’esilio.


Pubblicata sull'antologia
DANTE nel cuore e nella memoria
L'ora che volge al disio
a cura del premio internazionale di poesia
PASSAPAROLA pensa, ascolta, scrivi
Edizioni Futura Libri, Perugia 2021

domenica 4 aprile 2021

Maresco pasquale

In casa sua, vicino al cimitero, 
Maresco vanta d'esser contadino, 
mutato a festa col vestito nero
con tanto di giacchetta e farfallino! 
Colei gli fa una foto e fa un pensiero, 
saran mica gli effetti del vaccino? 
Da che l'ha preso è ritornato "novo"
e serba la sorpresa dentro l'ovo!



martedì 19 gennaio 2021

I cipressi

 Di questa storia, ispirazion mi venne
nei ripensar ai piccoli cipressi
comprati per idea del "Cicciènne"
per abbellir, dei cittadin, gli ingressi
ma poi, passato il tempo delle strenne,
in tanti han chiesto dove vanno messi
e tutti son sembrati rinfrancati
sapendo che saranno ripiantati!

Alla question si sono interessati
la giunta comunale e i dirigenti,
i giornalisti coi comunicati,
le belle arti coi sovrintendenti,
le monache ed i preti, suore e frati
e il popolo di facebook nei commenti
ma non c'è stato alcuno che abbia detto
«vi vengo ad aiutar con il vanghetto!»