domenica 12 gennaio 2020

La soffitta

L’angusta oscurità d’una soffitta,
com’una tomba, custodisce i gesti
di vite estinte, silenziosi testi,
capitoli di storia fatta e scritta.

D’un nonno avverto la presenza zitta
in quella bomba che, non crederesti,
fumosa guerra abbia serbato i resti
ed il mortaio, mai l’avrebbe inflitta.

La guardo, disarmata, nera latta
destar l’angoscia che non fu compiuta;
l’ebbi narrata e mi pareva astratta.

Nella soffitta resta, sottaciuta,
al che la vita non ne sia distratta;
la guerra è quella cosa già accaduta.

sabato 11 gennaio 2020

Il confine

Un proprietario astioso di collina
e un altro di pianura, anch’egli guasto,
alimentaron secolar contrasto
in seno a una questione di confina.
 
Il geometra marcò, con penna a china,
il punto sulla mappa del catasto
e al piede d’un ciglione, antico e casto,
forier di pace, pose una palina.
 
Ma grave offesa giunsegli: «Lei erra!»
Di mezzo metro, ognuno urlò mancanza
e la dichiarazion firmò, di guerra.
 
In tribunale s’arenò l’istanza;
finì che entrambi furon sottoterra
dov’ora, il mezzo metro, ahimè, gli avanza.


Quarto classificato
7° concorso letterario nazionale
Premio Giotto - Colle di Vespignano
16 maggio 2020

venerdì 10 gennaio 2020

Rubamazzo

Ricordo il lieto, giovanil sollazzo
in quelle carte di toscano fregio;
figure amiche: donna, gobbo e regio
pronte a giocar, con nonna, a rubamazzo.
 
Mi vedo allora, candido ragazzo,
gustare, divertito, il privilegio
d’accaparrarmi roba altrui con spregio
e non patir, del furto, l’imbarazzo.
 
Or mi rivedo, smaliziato adulto,
figura spoglia, cupa, d’un riquadro
ove rubar per gioco, mòve insulto.
 
Chissà se un dì, del tempo mio leggiadro,
bramoso il cuor d’un ultimo sussulto,
rinascerò, felicemente, ladro.