sabato 20 giugno 2020

Jukebox

1.
Fu appena d’otto grammi, ferro e cromo,
il peso con il qual, scevra di pecca,
riempì la tasca vuota d’un brav’uomo
già nel cinquantasei, nuova di zecca;
ne fecero elemosina in un duomo,
passò di mano grassa in mano secca
mostrando fiera il lauro sulla testa,
dietro Minerva con la lancia in resta.

2.
Poteva addirittura far la cresta
per un caffè soltanto e due giornali,
passò di mano lenta in mano lesta
per quei decenni mitici, speciali;
un giorno, capitò dentr’una festa
e d’un Jukebox accese tre canali,
così due labbra giovani, vicine,
promisero un amore senza fine.

3.
Ma il tempo suo finì tra le rovine
d’un mondo più esigente e meno avaro,
punita da uno zero di confine,
venne reclusa in un salvadanaro;
la libertà le fu ridata, alfine,
inascoltata dal destino amaro,
eppure… a quante scelte diede voce
nel dispensare, all’uopo, testa o croce!

4.
Da allor, ripara l’invecchiar precoce
dentr’un borsello ove una man rugosa
la custodisce, almeno qui non nuoce
la quieta sua presenza silenziosa;
da fuori echeggia il tintinnio veloce
d’una moneta nuova e vantaggiosa,
sua degna erede nell’ingrata impresa
di spicciolo, pei resti della spesa.

5.
Ma non si creda che si senta offesa
o che bramasse, d’un museo, la teca,
del suo trascorso, la più bella intesa
si compie nel borsello che la reca;
tra amabili ricordi si palesa
una promessa come un’ipoteca
su quell’amor giurato a non finire
e vale molto più di cento Lire.


Segnalazione speciale per la metrica
11° concorso letterario nazionale
Città di Cologna Spiaggia
associazione culturale il Faro
27 settembre 2020