sabato 14 dicembre 2024

Il Presepe

Tirare avanti al giorno d’oggi è dura,

non si sa mai che passa oltre la siepe;

più grosse son, le nostre quattro mura,

e più profonde son le loro crepe;

ma se ci fosse un mondo in miniatura

per rifugiarsi, un piccolo Presepe,

potremmo forse ritrovar vantaggio

nell’incontrar qualsiasi personaggio.


Come di Gulliver lo strano viaggio

ci porterà col cuore d’un gigante,

la conoscenza d’un antico saggio,

il dolce senno del lungimirante,

d’un condottiero indomito il coraggio

e giorni lunghi il tempo d’un istante;

i guai sopporteremo, ma tranquilli,

ci peseranno al pari di gingilli.


I vecchi malumori e i tanti assilli,

che, come grandi spade, fanno male,

diventerebber, là, modesti spilli

e non è il solo fatto eccezionale

ché delle trombe giungeran gli squilli

appena viene il giorno di Natale!

E chi, a quel punto, vuol tornare indietro,

rincasi pure, il cuor non è più tetro!

lunedì 14 ottobre 2024

La Grande Traversata Elbana

Se fosse vero ch'io son un maestro
avrei millanta storie da insegnare 
ma il mio vagar mi die' soltanto l'estro
di far due rime contemplando il mare;
all'Elba lo guardai, sinistro e destro,
ed ogni sera mi trovai a cantare
a un pubblico di dieci nuovi amici
che mi parean, per quello, già felici!

Come dipinti dentro le cornici,
godono gli occhi d'ampî panorami 
mentre del bosco ancora le narici
del selvo odor rammentano i proclami;
balza l'orecchio al grido "c'è una bici!",
sfioran, le mani, verdi foglie e rami
e dopo vista, odor, udito, tatto...
tre cene e pure il gusto è soddisfatto!

Ringrazio tutto gruppo così fatto:
Aurelia, Claudia, Manu, Luisa e Mari,
Diletta, Salvo e Thomas, ch'è il più matto,
e infin Costanza e Samu, i due corsari
che alla natura mìser noi a contatto,
lor sì che son maestri da cui impari!
E già che d'imparar s'ha voglia innata...
siam pronti a fare un'altra traversata!

lunedì 15 luglio 2024

Persi ni' verde

A camminar sul Prado e sul Gigante
in compagnia di Samu e la Costanza
nei dì di luglio tra le verdi piante
tra fiori, pietre e... talpe in abbondanza!
Fatica sì, ma di risate, tante
e in cuor ci resta un'esperienza ganza
con nuovi amici conosciuti appena
ma già affiatati, co' una sola cena!

Andrea che imbocca a forza la "Serena"
e il giorno dopo è assente per l'appello!
Gian Paolo, detto Carlo, a borsa piena,
ci vizia con crostata e indovinello!
La Cate, silenziosa, si scatena,
si butta fra i mirtilli sul più bello!
La Dile, cui non manca la parola,
tutta la sera canta a squarciagola!

Costanza, ch'è per profession pignola,
rammenta che si paga a parte il vino!
E Samuele, ch'era bravo a scuola,
attacca col pippon di Leboino!
Ed io, che non ne faccio mai una sola,
rincorro il tempo che mi die' il destino
ma corri corri, l'unico obiettivo
nella natura, è di sentirsi vivo!

domenica 7 luglio 2024

Moti Carbonari

1.
Vi vo’ cantar di Moti Carbonari
nata di giugno, figlia dell’Estate
per ritrovar co’ propri volontari
le strade che negli anni avean scordate
i cittadini a San Miniato, ignari
di quanta storia c’è sotto le arcate
che sostenean le mura d’un castello
or badano un selvatico orticello!

2.
Inizia nel duemiladieci il bello,
si firmano statuto e convenzione
e armati di piccone e di coltello
si tagliano le canne sul ciglione
così quel panorama da acquerello
si mostra al cuore colmo d’emozione
e fa pensar, guardandoci la faccia,
abbiam le idee, ci servono più braccia!

3.
Ma se credete questo non ci piaccia
sbagliate perché abbiam la mente sana,
strappare con le mani un po’ d’erbaccia
almeno un paio d’ore a settimana
nel vicolo che San Miniato abbraccia
è fonte d’una forza sovrumana
che fa campare ben fino a cent’anni
è dimostrato, non ci sono inganni!

4.
Domenica vestite i nostri panni
ve lo chiediam così per cortesia,
l’attrezzi ce l’abbiamo nei capanni
c’è solo da portare l’allegria,
può farvi ben, di certo non fa danni
un po’ di sana vicolterapia
così l’abbiam chiamata questa voglia
non è un lavoro, mica vi s’imbroglia!

domenica 19 maggio 2024

Cinquantuno

Per festeggiar l'età che mi matura
scelsi il prosecco, mica il sassicaia
e di riviver fiero l'avventura
che già mi rese uomo, ossia la naia!
Ho un'amicizia che da allora dura
in quella terra 'n do' governa Zaia
pertanto questi versi, tutti e otto
son dedicati a lui, Loris Ziliotto!

Ma mentre festeggiavo con il botto
duecento e passa amici fesbucchiani
hanno pensato lieti a 'sto vecchiotto
e m'han mandato auguri a piene mani!
Così ritorno a casa più barzotto
nella mi' terra 'n do' governa i' Giani
e con quest'altra ottava scritta a braccio
vo' dedicare a voi un grande abbraccio!

sabato 23 marzo 2024

La lieta convivenza

Contrasto in ottava rima tra un uomo ed un uccello

1.
Oh rondine che annunci Primavera!
Svernasti in chissà qual remoto lido,
qui nell’udirti cinguettar sì fiera
m’assale un dubbio strano e ci sorrido;
or dunque tu rispondimi sincera,
ma come fai a ritrovare il nido?
Senz’una mappa e un piccolo cervello,
tra tanti nidi, torni sempre in quello!

2.
Da sempre l’uomo ha invidia dell’uccello
e si domanda, con suo gran tormento,
come si possa, in mezzo a quel macello,
volar con tanta grazia e orientamento;
tra mucchi di rifiuti nel ruscello
e strade trafficate di cemento!
Rispetta la tua terra, te ne prego,
magari un giorno, come fo, ti spiego!

3.
Del senno d’un beccuto me ne frego,
so già come volar molto più in alto,
ci vuole spazio a contener quest’ego
e lunghe piste di catrame e asfalto;
per fare un razzo, molto tempo impiego
e, per un breve volo, faccio un salto!
Non m’han dotato d’ali sul groppone
ma con la testa, reggo il paragone!

4.
Su ciò, di dubitar, non v’è ragione,
ammirano, i piccioni e le colombe,
il genio sopra ad ogni tua invenzione,
dagli aquiloni a intelligenti bombe!
Ma se vogliam trattar di migrazione,
la tua categoria, ahimè, soccombe!
Noi non abbiam permessi di soggiorno,
siam liberi, in andata ed in ritorno!

5.
Se non sei lesta a toglierti di torno,
appena s’apre il tempo della caccia
può darsi tu finisca dentr’un forno
e che a più d’un la cosa non dispiaccia;
tu avrai patate arrosto di contorno,
io boria d’un fucile tra le braccia
e come se un domani non ci fosse,
facciamo a chi le spara ognun più grosse!

6.
Un forno con ardenti fiamme rosse
tra un po’ diventerà tutto il pianeta
se séguiti a sbagliar tutte le mosse
e tutto consumar senz’una meta;
tu sprechi l’acqua, inquini fiumi e fosse
ma quando finirà, chi ti disseta?
Ti toccherà migrare, chissà dove,
oppur pregare; un dì, magari, piove!

7.
Posso volar, se voglio, fino a Giove!
Pria di partire, lascia il mondo in pace!
Posso inventar, se voglio, cose nuove!
Un’arma che guarisce, sei capace?
La tua delicatezza mi commuove!
Porto rispetto, mica son rapace!
Finiamo questo inutile litigio,
la lieta convivenza è un bel prodigio!

giovedì 14 marzo 2024

Formalità

Stamani ho ricevuto una mail dalla banca di questo tenore:
"Sono lieto di informarLa che il Consiglio di Amministrazione di questa banca ha deliberato il trasferimento in Suo favore del patrimonio della socia defunta..."
Immediatamente, ho provato un gran fastidio nell'immaginare "lieto" l'autore di tale frase riguardante l'eredità della mia, ahimè, defunta moglie.
Una formalità. È solo una formalità, mi son detto.
Suppongo che lo stesso incipit venga utilizzato indifferentemente per annunziare l'ultima rata del mutuo come il pignoramento della tua casa.
È un banale copia-incolla. Lascia perdere, mi son detto.
Macché, alla fine non ho resistito dal rispondere, in maniera garbata, ma facendo notare l'indelicatezza. Suppongo che l'ufficio di segreteria abbia poi cestinato la mia mail, avendo ovviamente cose più importanti cui pensare.
Formalità.
Mi è venuta in mente una frase che avevo letto pochi giorni fa in un atto notarile del 1950 e sono andato a ricercarla:
"Il Signor... volendo soddisfare i suoi figli e dimostrare loro il suo affetto, intende donare loro il suo patrimonio..."
Considerando la natura formale del documento, mi sono domandato perché il notaio abbia voluto specificare l'intima motivazione del donante nel trasferire i suoi beni ai figli.
Nella mia quasi trentennale esperienza lavorativa, non m'è mai capitato che un notaio scrivesse frasi simili, che peraltro nulla incidono sugli effetti giuridici degli atti.
Certo è che i donatari di quell'atto del 1950, quando hanno potuto rileggere quella frase, non hanno provato alcun fastidio, anzi!
Tant'è. In fondo, anche in quel caso si trattava solo di una formalità.

martedì 20 febbraio 2024

Nozze di pizzo

Così ritorna ancora come un guizzo
il giorno venti, nostro anniversario;
orsono tredici anni e sul datario
è scritto che le nozze son di pizzo.

Stasera avremmo avuto schiribizzo
d’una cenetta fuor dall’ordinario
ma tutto volge adesso all’incontrario
e nel ricordo il cuor mi si fa vizzo.

S’è vero che mi vedi dal tuo cielo
vorrei mi dedicassi quel sorriso
stasera, almeno in sogno, chiedi a Dio.

Così s’adorna almeno questo velo
non più con altre lacrime sul viso
ma d’un grazioso pizzo, amore mio.


in memoria di Edi