domenica 1 marzo 2020

Il Giaggiolo

1.
Il fior dell’Iris, detto pur Giaggiolo,
esprime simpatia nel suo linguaggio;
emana i sentimenti dal bocciolo:
fiducia, ammirazione e un bel coraggio!
Come farfalla in petaloso volo,
al soffio d’una brezza di passaggio,
dipinge il cielo con i suoi colori
mentre diffonde delicati odori!

2.
Si posson regalar, di questi fiori,
a’ laureandi in segno di speranza;
come per dir a’ giovani dottori:
«Sperate nel lavoro in abbondanza!»
Si dice, ancor, che manda via i dolori
e le presenze oscure dalla stanza;
d’amor divino, è simbolo propizio
sì come di virtù, mica di vizio!

3.
Lo conosceva già l’antico egizio,
se ne faceva unguenti, il faraöne;
Firenze, invece, si levò lo sfizio
chiamarlo giglio sopra il gonfalone!
Ma se leggiam la storia dall’inizio,
de’ greci mitologica visione,
sul Monte Olimpo, v’eran Zeus ed Hera
ed Iris, degli dèi, la messaggera.

4.
Bellissima e sollecita foriera
soltanto di notizie interessanti,
dotata per volare via, leggera,
librandosi con vesti svolazzanti;
sgombrando, col caduceo, la bufera
ad ali d’oro, roride e brillanti,
dal sole illuminate e il ciel sereno
che traccia la sua scia: l’arcobaleno.

5.
Codesto suo servizio a tempo pieno
d’ambasciatrice del pensier divino,
sull’erta via tra ‘l cielo ed il terreno,
l’avrebbe fatto mai nessun postino?
Ma non servì un lavoro senza freno
a meritar più fulgido destino,
tant’è che in ogni tempo posteriore
vien ricordata come dea minore.

6.
Di tante donne, il meritato onore,
l’umana ingratitudine cancella
per distrazione, vanità, pudore
o, peggio, perché portan la gonnella!
Or ci sorprende, del Giaggiolo il fiore,
narrando questa insolita novella
per ricordar quando la donna sale
sul proprio arcobaleno, quanto vale!

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