mercoledì 7 luglio 2010

Santa Maria a Monte

Errando per le vene del castello
sudavo muta linfa, senza meta,
cercando nuove in morte di fratello
e babbo addolorato del Poeta.

Un bimbo mi saluta, che educato,
mi porge la sua macchinina guasta,
il danno vuole ad arte riparato
intanto la sua storia mi sovrasta.

Racconta triste dell'assenza grama,
è dolce la sua voce quanto gli occhi,
fratello e babbo, svela quanto li ama.

Non colgo al volo il nesso, mi vergogno,
deluso poi ritorno ai miei balocchi,
chi sei tu piccolino, forse un sogno?

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