il giorno venti, nostro anniversario;
orsono tredici anni e sul datario
è scritto che le nozze son di pizzo.
Stasera avremmo avuto schiribizzo
d’una cenetta fuor dall’ordinario
ma tutto volge adesso all’incontrario
e nel ricordo il cuor mi si fa vizzo.
S’è vero che mi vedi dal tuo cielo
vorrei mi dedicassi quel sorriso
stasera, almeno in sogno, chiedi a Dio.
Così s’adorna almeno questo velo
non più con altre lacrime sul viso
ma d’un grazioso pizzo, amore mio.
non più con altre lacrime sul viso
ma d’un grazioso pizzo, amore mio.
in memoria di Edi