mercoledì 28 marzo 2012

I nostri dolci clivi

La triste storia del Liceo Marconi
talmente l’hanno a cuore, a San Miniato,
che ognuno vuol sapere le ragioni
per cui non l’hanno ancora riportato…
- Chi se ne frega d’Italo Geloni! –
borbotta tutto il popolo indignato
- Siam giunti qui per questa cosa sola:
che fine ha fatto quella nostra scuola? –

Il Fiordispina prende la parola
per raccontar di quando un architetto
il “polo” s’inventò e non ci consola
saper, a cinque lustri, che il progetto
a questi giorni ormai non fa più gola
perché, della città, non c’è rispetto!
Alberga ancora qua storia e cultura
ma ciò che sta accadendo fa paura!

Avverte la Starnini: - Abbiate cura
a Pisa han già firmato i protocolli… –
Si tratta di capir se quattro mura
ci trovan posto ancor su questi colli
perché la cosa par non sia sicura!
Sia mai che, a rimurarlo, poi barcolli!
A Padova, studiando, ancor ci stanno
ma là, delle colline, che ne sanno?

Per affidarsi a loro, han fatto danno,
s’avrebber meglio noi, di quei cervelli;
lassù si son trovati in grosso affanno
perché non sono avvezzi ai dislivelli!
Eppure un buon progetto già ce l’hanno,
già l'ha illustrato il bravo Posarelli,
ci sono sia parcheggi che palestre
e l’auditorium per le grandi orchestre!

C’è tutto per gli alunni e le maestre;
mi par già di veder dal primo banco
il panorama immenso alle finestre
da Santa Croce fino a Castelfranco,
dov’oggi, proprio là, genti maldestre
han detto che il Liceo è piuttosto stanco
per risalir quei nostri dolci clivi
e voglion sequestrarlo, che cattivi!

La Chiara Rossi esorta: - Siate attivi!
Non vi so dire ancora quando e come
ma venga fuori chi non vuol che arrivi!
Le forze per lottar non son mai dome! –
Ciò detto all’assemblea di sguardi schivi,
diventa del color del suo cognome
e siede tra gli applausi e le ovazioni
di chi ci crede sempre nel Marconi!