giovedì 13 febbraio 2025

Il viaggio di nozze di Paganello e Pia

In sul principio del milletrecento,
Messer de’ Pannocchieschi, Paganello,
avea in Maremma un gran possedimento
finanche della Pietra il bel Castello;
e per consorte, suo completamento,
di Siena una fanciulla, il fior più bello;
codesta gentildonna ch’era lei
avea per nome Pia de’ Tolomei!

Dopo le nozze e tutti i cicisbei,
sognò la cara Pia, di fare il viaggio,
dicea: «Da questa piana fuggirei,
a’ dolci colli bramo far passaggio!»
Siccome Paganello, a’ giorni bei,
di Capitan gli capitò un ingaggio,
si profittò del caso fortunato
e giunsero gli sposi a San Miniato!

Qui venne Paganello assai turbato
trovando il guelfo popolo del loco,
il più ‘nfingardo, lento e sfaticato
che lo rendea sovente stracco e fioco;
così, mentr’ei dall’ozio fu appestato,
la Pia passava i dì, qual lieto giuoco,
a passeggiar nella lussureggiante
campagna, ben d’iddio di fiori e piante!

Un buon mattino, poco là distante,
riscontra un uomo che venia cantando,
le si presenta: «d’Alighieri, Dante,
son di Fiorenza, ma ridotto al bando.»
Poi inizia a verseggiar e ‘n quell’istante
il cuor, sente la Pia, senza comando;
sognò per molte notti quel nasone,
accanto a Paganello, il fannullone!

Ma Dante non le dava un’attenzione
perché per moglie avea di già la Gemma,
e la dolente Pia, con delusione
pativa già il ritorno alla Maremma;
quando l’uffizio giunse a conclusione
ripose, Paganello, spada e stemma
montò a cavallo ed esortò la Pia:
«dall’ozio e San Miniato, gnamo via!»

Finisce in questo modo la poesia,
migliori n’han cantate ‘n altri tempi,
scusate se ho voluto dir la mia,
non volli cagionar malestri o scempi;
vo’ dir soltanto che la gelosia
talor compie delitti orrendi ed empi
ma più infelici assai fanno la moglie,
quei che di lavorar non hanno voglie!


Opera dedicata a Pia de' Tolomei
Presentata al pubblico il 13 febbraio 2025 a San Miniato, presso l'Orcio d'Oro
in occasione della mostra d'arte "La muta eloquenza delle donne" di Katia Bassi